Il ruolo di un’agenzia nel web3

La parola web3 è sulla bocca di tutti, ma in pochi ancora sembra abbiano compreso di cosa si stia parlando.

E sopratutto quale ruolo avranno le agenzie digitali nel passaggio da un modello centralizzato ad un modello decentralizzato con una preponderanza di Metaverso.

Il WEB3

Il primo web, il Web 1.0, quello che si usava con Mosaic (sigh, quanto gli ho voluto bene) e Netscape,  è stato proprio il world wide web, lanciato da Tim Berners-Lee nel 1989, che ha consentito a persone con competenze tecniche di mettere le informazioni online in modo decentralizzato.

Il Web 2.0, nominato per la prima volta in un articolo di una rivista del 1999 ma diffusamente usato dal 2005, ha visto lo sviluppo di strumenti facili da usare che consentono a chiunque di creare contenuti online, quindi non solo esperti, e caratterizzato da un forte incremento dell’interazione tra sito e utente, ma a costo di centralizzare nei giganti della tecnologia che abbiamo oggi come Google con YouTube o Facebook .

Per web3 (o Web 3.0) si intende una rete decentralizzata nella quale la struttura client/server (in cui i dati sono gestiti e conservati da enti centrali fidati) verrebbe sostituita dalla tecnologia blockchain  e da un insieme di nuovi protocolli.
Come ho letto in un articolo qualche tempo fa, mentre il web 2.0 ha innovato il front-end, il web3 punta a cambiare il back-end.

Le decentralized applications – Dapps

Al centro di Web3 ci sono  le applicazioni distribuite (decentralized applications o dapp) costruite utilizzando la blockchain di Ethereum (ed altre monete elettroniche).

Le stesse monete elettroniche sono Dapps, le Fan Tokens sono Dapps, ma anche gli NFT (non-fungible token) sono Dapps. Anche Fortnite Battle Royal Game Token (FORT) sono Dapps.

Metaverso

In questo scenario ecco il Metaverso (termine coniato nel 1992 da Neal Stephenson, scrittore di libri di fantascienza), un nuovo mondo fatto di vari mondi tridimensionali virtuali in rete. Questa rete dovrebbe essere persistente, interoperabile, permettere esperienze sincrone, non avere limite di participanti, avere un’economia propria.

persistente, interoperabile, permettere esperienze sincrone, non avere limite di participanti, avere un’economia propria

Un incrocio tra realtà virtuale e realtà aumentata basata, e ritorniamo a web3, su decentralizzazione e blockchain.

Lo stanno facendo Meta (nuovo nome del gruppo Facebook), Apple e Microsoft, supportati da altri big come Samsung, LG, Sony per tutta la parte di “indossabili” ovvero gli strumenti che renderanno usabile l’interoperabilità tra mondo reale e mondi virtuali.

Il ruolo delle agenzie nella trasformazione verso Web3

Questo passaggio a Web3 porterà a profonde trasformazioni ma anche opportunità. Un nuovo mondo da esplorare in comunicazione, pubblicità, posizionamento dei prodotti per le aziende. E, inizialmente, le competenze saranno fondamentali per il passaggio di conoscenza.

Il Metaverso promette un’esperienza fluida di un ambiente ibrido in cui i confini tra realtà fisica e virtuale saranno pressoché inesistenti e dove azioni dell’uno avranno conseguenze direttte sull’altro. Ma sopratutto sarà di libero e gratuito utilizzo: tutti potranno creare e pubblicare i propri contenuti, o creare proprie esperienze. Ma anche creare nuove attività o paradigmi (si pensi appunto agli NFT).

le agenzie dovranno cambiare il modo di pensare

I reparti marketing cambieranno il loro modo di pensare e le agenzie avranno il compito di accompagnarli nel cambiamento. Ma prima dovranno cambiare il modo di pensare le agenzie stesse: un modello basato sulla consulenza e non sulla fornitura di un servizio sarà sempre più generalizzato almeno inizialmente.
La trasformazione sarà sempre più veloce nei tempi e per adeguarsi sarà sempre più necessario dotarsi di consulenti. E avere una forte propensione alla sperimentazione.

Essere i primi porterà un vantaggio competitivo.

Di quali tempi si parla per questo nuovo scenario? NFT sono il fenomeno del momento. Ma un Metaverso con ritorni commerciali dove le aziende possono “inventarsi” una nuova presenza  sono alle porte.

Nikeland su Roblox

In realtà ci sono già delle sperimentazioni, dal negozio virtuale interno al negozio fisico che permette poi di avere stessa esperienza a casa a visite nelle case a riunioni aziendali ed altro, ma non sono ancora di un “nuovo mondo” interconnesso e globalizzato. Un esempio in grande stile è Nikeland, ovvero la città virtuale creata da NIKE sulla piattaforma di gioco ROBLOX, tanto amata dai ragazzi, che conta ad oggi 120 milioni di utenti attivi. In Nikeland tutti indossano prodotti NIKE come scarpe, abbigliamento sportivo e cappellini e sarà luogo dove far vedere (e testare il gradimento del pubblico) i nuovi prodotti dell’azienda. Non si faranno più le ricerche di mercato come una volta, ma si proveranno i prodotti nel metaverso e, se non piacciono, neppure si inizierà la produzione.

Qui a Nikeland lo sport non ha regole

Tutto questo all’interno di un gioco dove far partecipare alle competizioni che si creeranno anche i campioni sponsorizzati dalla casa.

E’ tutto quindi in gran fermento dove, chi può, investe già ora cifre enormi. Per tutti gli altri invece attendiamo i vari rilasci che nei prossimi 24 mesi cambieranno la nostra vita da parte di Apple, Amazon, Meta (Facebook), Google, Microsoft e qualche outsider che, inaspettatamente, nascerà e si affermerà (che sia proprio ROBLOX?). E’ ora di iniziare a pensare a nuove agenzie e nuovi modi, per le aziende,  di posizionarsi sul digitale per sfruttare un’opportunità storica.

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