Follow o NoFollow, questo è il problema!

Spesso ci dimentichiamo che le pagine generate dalle varie piattaforme CMS ed ecommerce, sono pagine HTML. E ci dimentichiamo che è l’acronimo di HyperText Markup Language ovvero noi visitiamo ancora ipertesti come pensati daBerners-Lee nel lontano 1989!

E gli ipertesti sono dei contenuti che rimandano ad altri contenuti attraverso dei link. Facile no?

Il posizionamento influenzato dal PageRank

Storicamente i motori di ricerca, ed in particolare Google, davano una grande importanza al numero di link che puntavano ad una pagina. Fino al 2016 l’indice PageRank (ma della sua rimozione si era iniziato a parlare già dal 2009 e la sua influenza è iniziata a diminuire dal 2011 come spiegheremo in seguito) era fondamentale per l’attività per la SERP (Search Engine Results Page ovvero i risultati sui motori di ricerca).

Si ipotizzavano gli algoritmi e i valori che davano l’indice PR e nascevano continuamente aziende creatrici di link e schemi di link, dando valori folli (come oggi stiamo facendo con gli influencers ndr) a link dati da siti ritenuti credibili (in Italia corriere.it e repubblica.it con un solo link potevano cambiare le sorti di un sito di informazione o di vendita con una sola menzione).

Ipotesi di come funzionava Pagerank
Ipotesi di come funzionava Pagerank di Google

Panda algorithmTutto questo portò a distorsioni del sistema: la corsa al link ed all’incremento dell’indice di PR  diventò ossessiva.

L’arrivo dell’algoritmo di Google Panda

Con l’aggiornamento dell’algoritmo da parte di Google, denominato Panda, nel 2011 il passaggio alla qualità del link ha cambiato le regole del gioco. E l’introduzione solo qualche anno prima dell’uso di Follow e NoFollow è stato usato come carta fondamentale per discriminare il peso e informazioni aggiuntive da dare ai crawler dei motori di ricerca.

Quindi nella logica delle pagine ipertestuali, quando si produce un contenuto è utile e doveroso, se ci sono, inserire link utili a contenuti trattati su altri siti per permettere all’utente di approfondire la materia e avere maggiori informazioni.  Ed aggiungendo Follow e NoFollow diamo  un’informazione al crawler del motore di ricerca dicendo se seguirlo o meno.

<a href=”https://www.htt.it” rel=”nofollow”>ESEMPIO DI NOFOLLOW</a>

E’ una sorta di presa di responsabilità verso i crawler e verso l’utente, perché siamo (o dovremmo) essere consapevoli dell’affidabilità della risorsa verso cui reindirizziamo. Ma anche per non far fare lavoro inutile ai bot: link a form di iscrizione, a landing page che spariranno a breve, a pagine non attinenti, a pagine che hanno comprato il link pagando.

Ma cosa abbiamo da guadagnare ad essere responsabili?

L’algoritmo di Google, oltre ad essersi spostato sulla semantica, è ogni giorno di più influenzato dagli algoritmi di AI (Intelligenza Artificiale), che in base a migliaia di parametri (la maggior parte a noi sconosciuti) cercano di dare sempre la miglior soluzione alle richieste dell’utenza…e per far questo cercano di comprendere anche l’autorevolezza del nostro sito. E un sito autorevole è anche un sito responsabile.

Pensare alla qualità del sito verso cui dirigiamo un utente e dare questa informazione al crawler significa aiutare Google nelle scelte. Un buon contenuto deve avere certamente link “Follow”, ma se ha anche qualche “NoFollow” è un contenuto pensato in modo profondo.

Quando diamo un link riconosciamo delle qualità e diamo un aiuto alla sua rilevanza, quindi anche riconoscere il link pieno a chi lo merita permette di evitare abusi. Non è un caso che tutti i link inseriti verso l’esterno su youtube siano  da anni”nofollow”. Ma anche i link nei commenti inseriti sui siti creati con wordpress sono  “nofollow” in automatico…proprio per evitare abusi e dare link di qualità a contenuti che di qualità hanno ben poco (come i commenti fatti da altri bot realizzati per lo scopo).

Avere un link verso di noi “nofollow” è inutile?

No. Indicare a un crawler di non seguire il link non significa annullare il peso che un link verso di noi, che infatti rimane. Un link a un nostro contenuto fatto ad esempio da wikipedia un peso, anche se sarà un NoFollow, ce l’ha e continuerà ad averlo.

I link non hanno lo stesso valore di prima, ma vanno a completare un panorama più ampio e complesso rispetto ad un passato dove contavano solo il loro numero e PR di chi li inseriva. Ora si deve essere autorevoli e avere link da siti autorevoli.

E lavorare sul contenuto, che è e sempre sarà THE KING.

 

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