Sta facendo molto discutere, e fa pensare, il report di Pew Research, sull’utilizzo di Facebook negli Stati Uniti, che ha fotografato il comportamento degli utenti nelle settimane successive allo scandalo “Cambridge Analytica”. I dati americani sono importanti perchè fotografano una tendenza che si ripercuete, generalmente, sul mercato mondiale ed in particolar modo europeo.
Dal rapporto di Pew Research, condotto nel periodo che va dal 29 Maggio 2019 all’11 Giugno 2018, si evince come nel corso degli ultimi mesi gli utenti abbiano riconsiderato il modo di relazionarsi con il social network.
I dati salienti della ricerca
Poco più della metà degli utenti di Facebook di età superiore ai 18 anni (54%) afferma di aver modificato le proprie impostazioni sulla privacy negli ultimi 12 mesi.
Il 42% afferma di aver preso una pausa nell’uso di Facebook per un periodo di diverse settimane, mentre circa un quarto ( ben il 26%) dichiara di aver eliminato l’app di Facebook dal proprio cellulare.
Andando a sommare le varie azioni, il 74% degli utenti di Facebook afferma di aver preso almeno una di queste tre azioni (cancellare l’app, sospenderne l’uso o cambiare le impostazioni della privacy di Facebook) negli ultimi mesi.
Analisi su chi ha rimosso l’app di Facebook
Sulla rimozione dell’app dell’azienda Mark Zuckerberg, è interessante notare come sia il 44% degli utenti tra i 18 e i 29 anni ad aver effettuato l’operazione, mentre si scende a 20/24% tra gli over 30 e al 12% tra chi ha più di 65 anni. E tra chi l’ha lasciata sul proprio telefono, il 64% degli utenti tra i 18 e i 29 anni ha cambiato le impostazioni della privacy contro circa il 30% degli over 65 anni.
Facebook dunque, a conferma di moltre altre ricerche (tra cui anche un’altra di Pew Research), sta perdendo sempre più appeal con i giovani mentre riesce a tenere fedeli gli utenti più anziani.
Ma come si ripercueteranno questi dati sulla raccolta pubblicitaria e sul comportamento delle aziende?
E’ prevedibile che lo scenario delle piattaforme social cambierà in modo importante nei prossimi 6/12 mesi. Facebook inizia a sentire le conseguenze di Cambridge Analytica. Twitter sta perdendo credibilità per l’uso incontrollato e la difficoltà ad arginare la creazione di account falsi che riescono a mandare in trend topic fake news.
Instagram è in grande crescita ma si scontra con il limite di interazione attuale tra azienda e pubblico e la necessità di produrre continuamente immagini uniche.
I social da considerare nel prossimo futuro
Si deve iniziare, dal nostro punto di vista, a pensare strategie diversificate con utilizzo di canali diversi e modalità diverse, e certamente in modo integrato tra loro.
Tra questi ecco alcuni da tenere di conto.
TikTok, che da inizio agosto si è fusa con Musical.ly inglobandolo, è una delle novità in maggiore crescita e dal potenziale enorme. Amata dai giovani, sta ampliando le funzionalità (la fusione è stata fatta in quest’ottica e ora inizia ad essere una piattaforma interessante dove investire).
SnapChat continua nei suoi ritmi di crescita (anche se da noi stenta ad affermarsi).
Ma c’è da aspettarsi l’esplosione di qualche outsider come snow, una selfie camera app, capace di creare immagini divertenti con milioni di aggiunte, riconoscimento facciale, stickers. E soprattutto di farci belli 🙂 Contiene anche soluzioni di realtà aumentata, per aggiungere animaletti e personaggi simpatici che si muovono e ballano all’interno delle nostre clip.
Oppure GroupMe di Microsoft (si, avete letto bene, di Microsoft!), nata per tenere contatto tra i familiari è diventata una sorta di WhatsApp con le funzioni di social network.
E infine Sarahah, app nata per la valutazione di colleghi nei luoghi di lavoro, ha allargato il suo pubblico soprattutto verso i giovani: ogni utente registrato ha un link pubblico da condividere con chiunque per ricevere commenti anonimi su di lui… un modo per migliorare il proprio carattere ma anche per “divertirsi” e/o sfogarsi.
L’importante dunque è cogliere le opportunità che si colgono su questo mercato in fermento, e alle prime avvisaglie di diminuzione del ROI reagire.