Twitter serve anche per vendere!

Era qualche giorno che pensavo di scrivere qualcosa riguardo a Twitter ed ecommerce.
Il motivo e’ presto detto: gli articoli su internet sono in maggioranza frutto di rielaborazioni di articoli originali, ovvero per ogni articolo originale fatto ne vengono prodotti altri 10 o 20 o 1000 che dicono la stessa cosa, con qualche aggiunta o qualche taglio….e un po’ di rielaborazione. Il numero delle riproduzioni dipende da quanto è interessante l’articolo originale. Però spesso, pur di scrivere, vengono rielaborate sciocchezze. In queste settimane si è avuto un proliferare di articoli, originati dal report  Statista Dossier 2014, su come Twitter non serva per aumentare le vendite alle aziende che hanno un ecommerce, ma solo per, nell’ordine, a fare:

  • Brand awareness
  • Veicolare traffico al sito/blog
  • Coinvolgere gli utenti
  • Migliorare il brand
  • Fidelizzare i clienti

Twitter serve anche per vendere

In verità il report non dice questo, ma rileva come il maggior utilizzo di Twitter sia fatto per quegli scopi e non per vendere. Il punto su cui porre l’attenzione è un altro: le aziende non hanno ancora compreso che Twitter è un mezzo per aumentare le vendite, come lo sono Facebook, Google Adwords, BingAds e altri. E come tale va utilizzato all’interno di un progetto di advertising e di reperimento di contatti di qualità.

ROI, Funnel e GOAL

Quello che tutti conoscono ma che poi si dimenticano all’atto pratico è che la KPI di adv sulle piattaforme digitali, quando si parla di ecommerce, è il ROI (Return of Investment).  Ovvero si deve valutare l’indice di redditività dell’investimento effettuato. Fin quando il ROI è positivo, l’investimento è un successo!

Certamente se ci si ferma a vedere se un utente che arriva da un click di Twitter compra (1 click goal), allora i risultati possono essere deludenti. Ma un’attenta analisi del PURCHASE FUNNEL ovvero come la nostra base utenti si muove nell’ambito di una campagna di advertising, porta a delle sorprese. Infatti rispetto alle campagne classiche digitali, l’utenza raggiunta è diversa con comportamenti interessati.
Ed il GOAL COMPLETION RATE raggiunge in media valori molto più alti rispetto ad altre campagne.

Con ROI positivo, l’investimento è un successo

Perchè questo?? Semplicemente perchè campagne effettuate su Twitter sono fatte per interessi e su utenti mirati. Possiamo veicolare le nostre campagne solo su persone che vogliono essere informate molto più che su altre piattaforme, andando a colpire anche utenti che sono follower di altri ecommerce…. un po’ come se si andasse a fare volantinaggio all’interno del negozio del nostro concorrente principale.

Analisi dei dati delle campagne

L’uso che ne viene fatto finora di Twitter è dato dalla poca conoscenza di come sfruttare le potenzialità di questo mezzo e di una visione complessiva carente delle varie piattaforme digitali, che devono lavorare insieme per poter avere su ognuna dei ROI POSITIVI. Ma anche da un uso non ottimale degli strumenti di analisi che servono per comprendere come funzionano i nostri investimenti e come migliorarli.
In aiuto viene anche Twitter stesso attraverso il suo “Conversion Tracking” (molto simile al Conversion Pixel di Facebook) che permette di avere dati statistici sui checkout generati anche all’interno dei report della piattaforma stessa, ma senza una visione approfondita dei dati analitycs del proprio sito la valutazione degli investimenti risulta comunque problematica e non veritiera.

Dati reali

Per posizionare correttamente il proprio ecommerce, una delle cose da fare è presidiare, presidiare, presidiare. Piattaforme diverse raggiungono persone diverse. Non possiamo divulgare dati (li abbiamo condivisi solo con lo staff di Dublino di Twitter con il quale abbiamo creato le campagne per fare i loro case history), ma i risultati ottenuti tramite la piattaforma Twitter sono migliori di tutte le altre piattaforme social finora utilizzate. Perchè non ci fermiamo alla lettura di una statistica ma analizziamo se una piattaforma porta vantaggio a un’azienda nostra cliente o meno. Un po’ di presunzione forse, ma certamente non andiamo dietro alla massa!

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