UTM: io traccio, tu tracci, egli traccia…e Analytics registra.

Freschi della certificazione Google Analytics Certified Partner GACPe sempre più appassionati di web analysis, vorremmo approfondire un aspetto importante: il tracciamento delle campagne su Google Analytics.

Secondo la nostra filosofia “leggere i dati aiuta a sviluppare il business“, perché è solo attraverso i numeri, da noi trasformati in dati importanti di analisi, che capiamo il comportamento degli utenti sul nostro sito, cosa è necessario cambiare e come pianificare le future mosse per far crescere il business.

Per tracciare tutto è importante organizzare bene il lavoro in ogni fase: dalla progettazione delle campagne di advertising alla loro rilevazione ed analisi.

Google Adwords

Per collegare la pubblicità online ad Analytics, Google ha attivo un sistema che associa i dati provenienti da entrambi i sistemi, permettendo di tracciare la provenienza delle visite da Adwords ed il relativo comportamento degli utenti attraverso una “codifica automatica” come da definizione Google. In questo modo su Analytics è possibile vedere ogni mossa dell’utente, dalle visite agli acquisti (se si tratta di un eCommerce) e capire il ROI che riusciamo ad ottenere dall’investimento pubblicitario.

Tracciatura utm su analytics

E’ scontato, direte voi…ma cosa succede tutte le volte che mettiamo un link in giro sui canali social o attiviamo una campagna pubblicitaria su un quotidiano online?

Le cose cambiano notevolmente. Niente più codifica automatica o collegamento tra servizi Google. Bisogna mettersi di impegno e sfruttare quello che Google Analytics ci mette a disposizione, al fine di ottenere il massimo da ogni più piccolo dato che riceviamo.

Esistono svariati tools che ci permetteno di costruire dei codici di tracciamento da utilizzare con i nostri link e che, se ben fatti, diventano un vero e proprio database di informazioni utili per ricostruire la provenienza degli utenti che si muovono all’interno del nostro sito.

Cosa tracciamo? Come riconosciamo i le sorgenti? Come facciamo a non fare confusione?

E’ sicuramente consigliato utilizzare un modello che codifichi:

  1. la sorgente
  2. il mezzo
  3. la campagna

E’ importante utilizzare sempre gli stessi nomi per identificare sorgenti e mezzi in comune a campagne diverse, così da avere su Analytics omogeneità nei dati.
Ad esempio, per una visita proveniente da un link postato su Facebook senza spinta pubblicitaria, metteremo:

  1. sorgente –> Facebook
  2. mezzo –> Post

per poi scegliere il nome della campagna che identifichi il contenuti, così da potersi ricordare più facilmente il contenuto postato.

In questo modo ogni tipo di campagna che viene fatta (sia esso un acquisto di banner sulla display, sia una campagna advertsing su Facebook o la semplice attività social) può essere tracciata e può essere analizzato il suo successo.

Modelli di analisi

Insieme agli strumenti che Google ci mette a disposizione, nella nostra agenzia ci siamo costruiti una serie di modelli interlacciati tra loro che ci permettono di confrontare, valutare e mettere in rilievo le performance in modo da ottimizzare le stesse nel tempo. La capacità di valutazione dell’interazione tra utente e adv e della copertura sul target prefissato, insieme alla comprensione del behaviour, diventa essenziale per il successo delle campagna; tutto questo è possibile solo incrociando informazioni attraverso modelli di analisi che sfociano in business intelligence.

E Voi cosa fate per comprendere quanto sta accadendo intorno al Vostro website?

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