Come usare gli hashtag su Facebook

E’ ormai passata qualche settimana da quando Facebook ha introdotto gli hashtag, ormai facenti parte dello scrivere di coloro che usavano già twitter, instagram, google+ e c., ma in molti ancora non li usano nei loro post in modo corretto, o non li usano affatto.

L’hashtag è un contrassegno grafico, il simbolo # , che viene scritto a fianco sulla sinistra di una parola. L’hashtag consente al social network di raggruppare il post in un apposito feed  (o raggruppamento di argomenti simili),  in modo da poter visualizzare tutti  i post  che stanno parlando di quel determinato argomento.

Per andare sul pratico, se cliccate sull’hashtag che trovate in un post, si apre una pagina che visualizza tutti i post più recenti o interessanti  che menzionano all’interno o hanno utilizzato nel post la parola davanti a #.

Intanto è da chiedersi se gli hashtag sono importanti da usare o è meglio farne a meno. La domanda è lecita, visto che in definitiva diamo una via di uscita dalla nostra pagina a un utente o ancor peggio cliente. Ma la cosa vale anche al contrario: la nostra pagina sarà trovata nella lista di chi ha usato un hashtag uguale al nostro e quindi potremo acquisire nuovi utenti che ancora non ci conoscono e forse mai sarebbero arrivati alla nostra pagina. Inoltre diventano importanti per l’attuale versione del motore google e per le evoluzioni future: i social network stanno acquisendo un peso sempre più importante all’interno dell’algoritmo di posizionamento dei contenuti (siti internet o pagine in generale, e nei brand in particolare), e l’hashtag ha un peso molto forte essendo il focus di un argomento e punto di contatto con gli altri social network, twitter in particolare.

Quindi, dopo aver valutato se per una determinata pagina aziendale è utile usare gli hashtag, bisogna iniziare a usarli da subito per bene.

Intanto dobbiamo valutare “quanto siamo importanti” e “autorevoli” nel mondo reale e nel mondo sociale rispetto all’argomento di cui parliamo. In base a questa valutazione riusciamo a capire se un hashtag generico porterà interazioni oppure farà perdere utenti mandandoli all’esterno.

Se siamo molto autorevoli…la gente ci troverà.  Se lo dobbiamo diventare, in entrata rischiamo di non avere accessi mentre daremo possibilità di andar via a quelli che c’hanno trovato. Quindi cosa fare in questo caso?? Usiamo hashtag alternativi! Inventiamoci un hashtag non convenzionale (#mivoglioinventareunhashtag), che con il tempo potrebbe darci grossi vantaggi perchè parlerà di noi sul social. Se la nostra invenzione avrà effetto e sarà utilizzata da qualcuno nel network, inizierà un effetto di branding che porterà vantaggi nel medio termine.
Regola che vale sempre e soprattutto se facciamo un hashtag alternativo: mettiamo sempre parole coerenti con quanto postiamo.Visto che l’hashtag vale per la parola a fianco del simbolo #, un hashtag di due parole non è possibile farlo usando gli spazi. E’ quindi lecito e accettato che si usi un hashtag con due parole attaccate….sfruttiamo questo fatto per fare hashtag #parola1parola2 che portino i maggiori vantaggi e visibilità. E sfruttiamolo dunque per fare hashtag alternativi ma sempre coerenti con l’argomento che trattiamo o con il brand che stiamo comunicando!Potremo riuscire, se facciamo bene le cose, a creare conversazioni legate all’hashtag che abbiamo creato

Nel caso si voglia invece usare hashtag normali, come scegliere le parole migliori? Un aiuto ci viene da quanto detto in passato per la scelta degli hashtag di twitter:  Twitter UK, dal blog ufficiale di Twitter, ha pensato  di dare una serie di utili consigli, raccolti nell’infografica inserita alla fine dell’articolo, per creare il miglior hashtag possibile.

Attenzione però! Bisogna stare attenti a non abusare troppo degli hashtag:  spesso vediamo post pieni di # che risultano illeggibili e fastidiosi! Quando si parla di comunicazione, si mettono degli obiettivi…e a questi ci dobbiamo dedicare. Non ci sono regole, ma limitarsi a un massimo di 3-4 hashtag farà in modo che il nostro post sia leggibile ed eviterà che sia bannato  o penalizzato da  evoluzioni degli algoritmi dei motori di ricerca e dei social network stessi: discussioni in merito sono in atto per arrivare a filtrare questi comportamenti visti come abusi, dal momento che hanno iniziato a proliferare anche apps che applicano decine di hashtag automatici per aumentare in modo artificioso la visibilità di post e fotografie sui social network.

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